Proposta di riflessione (Pedro Casaldaliga, Vescovo emerito di Sao Felix do Araguaia.)

15 Luglio 2012
 
 

"Io non dovrei osare chiamarmi fratello vostro, perché non vivo con voi la vostra esclusione, perché io conto, perché io non muoio di fame, perché io ho un nuovo nome, una certa pace sociale; perché non grido, non mi ribello, forse giustifico con statistiche e previsioni il cammino omicida e suicida di questa umanità neoliberale, elegantemente brutalizzata, tecnicamente senz’anima.

Potrei parlarvi di Dio, del Dio della vita.... però come potrei farlo mentre si nega alla maggioranza l’acqua e il sale, il pane e l’aria, un nome nel libro della vita e un posto al sole, senza provarne vergogna? ...

Ma per che cosa posso mai dire fratello, sorella, se non agisco, se non mi sdegno profeticamente con il cuore, con la testa, con le mani, unendomi ad altri cuori, menti e mani, per realizzare, per cambiare, per rivoluzionare, rifiutando il mutismo, la paura, la morte, rifiutando la fine della storia?

Non credo sia il momento di lettere e lunghi discorsi, è il momento dell’azione efficace, è il tempo urgente della solidarietà, il Kairos della speranza indignata, dell’amore politico e dell’economia del Regno".

(Nel contesto del vertice dei G8 a Genova nel 2001)

Pedro Casaldaliga, Vescovo emerito di Sao Felix do Araguaia.