Conferenza a Casalmaggiore

19 Ottobre 2007

 
 
Recensione e foto di Stefano Panizza (Centro Studi Fortiani)
 
Articolo pubblicato sul quotidiano "La Provincia" di Cremona.
(Clicca sull'immagine per ingrandire l'articolo.)
 
La penna (si fa per dire) ha indugiato parecchio prima di far scorrere le sue prime battute di inchiostro.
Infatti, pur nell'oggettività che viene richiesta a chi intende far conoscere il contenuto di una relazione, è inevitabile che egli finisca per dare, comunque, un taglio interpretativo, e quindi personale, a quanto ascoltato.
Questo perché la nostra mente, per comprendere e ricordare, usa dei modelli cognitivi che si sono costruiti nel tempo in base alle esperienze personali.
A maggior ragione, poi, in un contesto, come quello di cui parliamo, dove il relatore non si è mai attenuto ad un vero e proprio filo logico e la chiacchierata è stata essenzialmente stimolata dalle domande del pubblico.
Se, inoltre, aggiungiamo che il suo contenuto ha quella giusta dose di ambiguità che serve per far scatenare reazioni antitetiche, si comprende la titubanza di chi scrive nell'incedere della presentazione.
Detto questo, cerchiamo di esporre, in estrema sintesi, il contenuto dell'incontro.
Inutile premettere che la maggior parte delle affermazioni sarebbero state terreno fertile per le critiche degli "scettici", neppure tanto incalliti.
Cavallo ha dichiarato di essere stato come risucchiato, la notte fra il 12 e 13 settembre 1981, all'interno di una sfera di fuoco e trasportato in una base aliena sotterranea in Amazzonia (i ricordi sarebbero spontanei, cioè, per riemergere, non avrebbero bisogno di tecniche particolari come l'ipnosi).
Egli non sarebbe riuscito ad opporsi ne fisicamente ne mentalmente a queste violenze, che avrebbero finito per portarlo sull'orlo della follia.
E solo nel corso degli anni, intuendone gli intimi scopi, il sentimento di ostilità si sarebbe trasformato in amore e comprensione.
Maurizio Cavallo
Gli extraterrestri, dall'aspetto talmente umano da risultare a noi indistinguibili, salvo per una "frequenza" più alta e per doti paranormali estremamente sviluppate, proverrebbero dal pianeta Clarion ("lo spendente", in lingua clariana) , distante 150.000 anni luce dalla Terra.
Essi impiegherebbero 72/73 giorni per giungere fino a noi, utilizzando speciali macchine del tempo.
Il loro, apparirebbe come un mondo perfetto: la vita media sarebbe lunghissima, il lavoro non produrrebbe alcun stress, nessuno avrebbe ambizione di potere ne mai proverebbe il sentimento della paura, non esisterebbe la proprietà privata e neppure i partiti politici ed il "male" sarebbe un perfetto sconosciuto.
Insomma, la società dei sogni.
Avrebbero creato, poi, tramite modificazioni genetiche, l'Uomo (anche se non si sa bene per quale motivo) e, attualmente, la loro presenza sulla Terra servirebbe per monitore la razza umana che rischia di "far danni" al pianeta e al sistema solare (il perché abbiano, poi, scelto, e continuino a scegliere, proprio Cavallo non si sa, così come pare che la "tecnica di protezione ambientale" aliena consista, in parte, nel cercare di portare le nostre coscienze ad uno stato di consapevolezza superiore).
In ogni caso le informazioni che volutamente, ed ancor oggi, rilascerebbero, con precise e copiose immagini, nella mente del contattato (ma non solo, a suo dire), ci parlano del nostro sole primordiale che in una fase di "implosione" venne "salvato" dagli amici alieni, della Terra che nel 2012 verrà investita dalla "coda di un'onda quantica", del nostro sistema solare che sta "crescendo", dei popoli precolombiani come dei loro diretti discendenti e delle piramidi egizie circondate da una dimensione invisibile.
Se, poi, aggiungiamo che al nostro relatore sarebbe stata data la possibilità, dagli extraterrestri, di osservare l'anima di un morituro uscire dal corpo, capiamo il perché il buon senso inviti, perlomeno, ad una estrema prudenza di giudizio.
E neppure le fotografie ed i filmati proiettati (uno dei quali in esclusiva per l'Italia, dopo essere stato mostrato in occasione dell'ultima "X Conference 2007" di Washington D.C.) possono sostenere in modo probante le affermazioni di Cavallo (luci pulsanti che hanno tutta l'aria di essere il risultato di "zoomate" della videocamera, oggetti luminosi o strutturati che si spostano in un cielo senza punti di riferimento, presunti alieni "molto terrestri" etc).
Quindi tutto falso? Niente rapimento e niente alieni?
Forse no.
Il credere che le cose possano avere, in realtà, dei contorni ben più sfumati ed che siano meno monolitiche di quanto possa sembrare è una forte tentazione.
Cosa lo suggerisce?
Innanzitutto Cavallo non si presenta con un atteggiamento di proselitismo, ha un modo di fare equilibrato e pacato (attestato anche da una lunga conversazione con chi scrive, a "microfoni spenti") e fa intuire la presenza di un spirito che appare genuinamente tormentato.
In altre parole egli non sembra voler convincere nessuno, ammette di avere ben poche risposte da offrire a chi lo ritenga un punto di riferimento e non fa tutto questo per denaro (il suo unico libro, che è una sorta di diario, è stato pubblicato solo dietro la ferma insistenza di un gruppo di amici).
La sua anima artistica, poi, che trova il suo massimo acuto in un eloquio ed in uno stile narrativo di primo ordine, oltre che in forme di espressione figurative e musicali, poco calza con una mente dedita all'imbroglio e al dileggio.
E, da ultimo, c'è da chiedersi come mai, sottintendendo una precisa volontà di inganno, questo lo abbia infarcito di tali e tante (apparenti) assurdità da smascherarlo immediatamente agli occhi dei più.
Meglio sarebbe stato, per crearsi una credibilità, fare una giusta miscellanea di informazioni testate e credibili con altre mirabolanti (pur se inconsistenti, come sono la stragrande maggioranza del nostro caso).
Concludendo possiamo affermare che, forse, la serata non ha fatto altro che ingarbugliare ancor di più la matassa del caso - Cavallo (e più in generale del fenomeno contattistico), ma è anche probabile che questo fosse il suo scopo ultimo.
Così come è probabile che gli astanti, pur con cromatismi diversi a seconda del loro stato d'animo, siano tornati a casa con più domande che risposte.
Uno scorcio del pubblico presente in sala
 
 
Alcuni momenti della conferenza.