Quando ho incontrato Maurizio Cavallo alcuni anni fa, a Vercelli, per un' intervista sulla
sua esperienza di "abduction", sono stata subito impressionata dall' originalità del suo
racconto e dalle sue conoscenze vaste e profonde nei più svariati campi. In seguito
Maurizio ha accettato di scrivere alcuni articoli per i nostri quaderni, affrontando in
modo sempre personale e affascinante temi misteriosi quali i templari, l'Arca dell' Alleanza
o i teschi di cristallo.
Oggi Maurizio ha finalmente deciso di raccogliere in un libro i suoi ricordi, o parte di
essi, e leggendolo, ho capito ancora meglio come il valicare i limiti imposti dai nostri
sensi, abbandonando ciò che la grande maggioranza degli umani considera la realtà, possa
risultare traumatico e quanto equilibrio psichico sia necessario per uscire indenni
dall' esperienza.
Per chi non conoscesse i fatti, ricordo brevemente che, una notte di settembre del 1981,
Maurizio Cavallo ha avvistato un oggetto volante non identificato che lo ha risucchiato
al proprio interno, facendo gli varcare un portale dimensionale. In quella realtà diversa
dalla nostra, in cui i concetti di spazio e di tempo non hanno più valore, ha incontrato
esseri non umani che gli hanno comunicato per via telepatica un sapere vastissimo e
spesso in assoluta contraddizione con quanto aveva appreso prima o con quelle che
considerava le sue convinzioni.
Al ritorno dal fantastico "viaggio" non era più la stessa persona. Ha perduto affetti,
lavoro, amicizie e vagato per un lungo periodo al confine della follia. Il libro riporta
una parte del diario scritto in quegli anni: sono pagine dense di emozioni, di dolore, di
interrogativi angosciosi, e anche di ribellione impotente di fronte ad un' esperienza che
sente come prevaricazione, violazione del proprio essere. Nei testi successivi il tono si
fa più pacato. Il rapito comincia a interagire con i rapitori, fa domande, si interessa
sempre più agli esseri che lo contattano sia telepaticamente che fisicamente.
Per Jhlos, questo il suo nuovo nome e pseudonimo, comincia una nuova vita, piena di
creatività: pittura, musica, scrittura, anche se mai accetta di presentarsi come un
messaggero, o un maestro.
La testimonianza di Maurizio Cavallo, vibrante ma anche lucida, è quella di un uomo che
ha sentito fino in fondo il peso della propria umanità e che, persino nei momenti di
maggiore disorientamento, non ha rinunciato a interrogarsi e a tentare di comprendere.
Il suo racconto non può mancare di affascinare tutti coloro che si interrogano con
sincerità sul destino dell'uomo e sulla natura di concetti come realtà, vita o morte.
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Florinda Balli
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