E' stato recentemente tradotto in inglese il libro di Maurizio Cavallo, Oltre il Cielo. Il ricercatore Michael Salla ha brevemente
recensito l'opera dell'artista vercellese, il cui titolo è stato reso letteralmente con Beyond the Heavens.
Così si esprime Salla: "Il testo di Maurizio Cavallo rivela un segreto a tal punto suscettibile di trasformare il potenziale umano che le
agenzie per la sicurezza nazionale di tutto il mondo hanno operato tenacemente per tenerlo nascosto negli ultimi cinquant'anni. Extraterrestri
dalle sembianze umane ci stanno visitando e vivono fra noi. Essi vengono con un messaggio volto a migliorare le potenzialità umane, fondato
sui valori della pace e dell'elevazione sociale. Questo libro porta il lettore a conoscere lo sbalorditivo viaggio di un contattista italiano,
un itinerario che gli ha consentito di sperimentare una verità che ha trasformato il suo mondo. Una simile esperienza attende tutti coloro
che desiderano entrare in contatto con esseri dall'aspetto umano provenienti da un altro sistema solare e che possono aiutarci a cambiare
la nostra vita ed il pianeta".
Anche Michael Gay ha dedicato una glossa a Beyond the Heavens. Egli scrive: "Per esprimere la serena bellezza che connota i lavori di Jhlos,
dovremmo avere il suo stesso dono del silenzio ed il suo senso del sacro appena velato di sensualità. Giornalista e filosofo, pittore, scultore
e musicista, Cavallo ha incontrato abitanti di un pianeta di una galassia distante 150.000 anni luce dalla Terra."
Ora, non sappiamo se veramente Maurizio Cavallo, che non si può definire né un contattista né un rapito, ma un contattato, abbia incontrato
creature di un'altra galassia che avrebbero pure costruito delle basi su Gaia né poi è così importante stabilirlo. Cavallo è scrittore
dall'indubbio talento letterario (dote assai rara in questi tempi di ferro in cui la cultura e la conoscenza della lingua italiana sono in
condizioni deplorevoli, per usare un pietoso eufemismo) e già per questo la sua avventura raccontata con visionaria lucidità, con emozionante
pàthos, meriterebbe di essere conosciuta dal grande pubblico. Si aggiunga che l'esperienza di Jhlos ci sottrae alla schematica dicotomia
alieni buoni versus alieni cattivi, evocando presenze elusive ma non minacciose, in grado di determinare una profonda crisi da cui scaturisce
un rinnovamento della visione del mondo.
Chi leggerà il testo dello scrittore vercellese sarà indotto a porsi le inevitabili domande: gli ufonauti originari di Clarion sono personaggi
frutto di una fervida fantasia, "messaggeri di illusioni" oppure esseri talmente differenti da noi terrestri che stentiamo anche solo a
concepire la loro natura ed i loro reali scopi? Ognuno troverà le sue risposte: come amo ripetere, infatti, non si tratta di credere o di
non credere, ma di investigare con obiettività e senza pregiudizi. E' necessario quindi porre le domande più accorte. Molti quesiti forse,
pur non trovando risposta, riveleranno tutta la ricchezza del dubbio.
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